martedì 8 novembre 2016

L’uomo naturale

Post di Carla Cicalese
Tratto da Chuang-Tzu

L’uomo volgare si sacrifica alla ricchezza, il saggio alla fama; ma entrambi corrompono la loro vera natura. Pur essendo diversi nel modo in cui alterano le loro qualità naturali, entrambi tralasciano ciò che sono sacrificandolo a ciò che vorrebbero essere. Perciò è stato detto: “Non essere un uomo volgare ma votati alla tua vera natura celeste, non essere un uomo saggio ma segui i principi celesti”.
Che tu sia diritto o storto, mira a realizzare la tua vera natura, volgiti a guardare le quattro direzioni, fluttua e rifluttua come il mare. Sia nell’affermazione sia nella negazione attieniti strettamente al centro della tua spontaneità, affina i tuoi intenti e muoviti avanti e indietro insieme al Tao. Non ostinarti nelle tue azioni, non cercare di imporre la tua giustizia, perché altrimenti perderai ciò che sei. Non correre dietro alla ricchezza, non desiderare il successo, perché altrimenti ripudierai la tua natura celeste.



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sabato 29 ottobre 2016

La ferita d’amore

di Mariagrazia Stringhini Ciboldi


Tutti almeno una volta nella vita abbiamo sperimentato il dolore della ferita d’amore; magari per un abbraccio negato, per un sorriso mancato o per il bisogno insoddisfatto di uno sguardo dolce e accogliente che ci facesse sentire compresi e visti nella nostra intima essenza, amati per ciò che semplicemente siamo: con le nostre luci e le nostre ombre, con le nostre vulnerabilità e fragilità, senza sentire di doverci nascondere o difendere.
Se poi, le vicissitudini della vita ci hanno colpito duramente o/e ripetutamente, il dolore si fa più intenso e profondo, a volte diventa insopportabile e rende la vita un continuo stato di forte malessere e angoscia, che impedisce di vedere il bello e il buono nella propria quotidianità, e fa percepire d’essere vulnerabili anche ai più piccoli e semplici gesti quotidiani.
Può anche darsi che quel dolore è stato talmente lacerante che per non esserne sopraffatti (per sopravvivenza) abbiamo dovuto strutturare difese talmente importanti da restare poi imprigionati nella nostra corazza difensiva (muscolo-caratteriale) senza riuscire a vivere e condividere serenamente e genuinamente il variopinto mondo delle emozioni e dei sentimenti umani, soprattutto il calore dell’affettività e della tenerezza: il bene più prezioso e più creativo di tutta la Terra.


Da qui, da questo calore, nasce la fiducia di farcela anche nei momenti più bui e dolorosi, in cui anche la più flebile speranza sembra vana.
Da qui, nasce la condivisione e l’empatia: un contatto di Cuori in cui non c’è più divisione tra i bisogni e la loro soddisfazione, in cui non c’è più spazio per i giudizi, che portano divisione e isolamento, per le lamentele, per l’indifferenza o per l'egoismo.
Qui, nel calore dell’affettività, c’è unione e non ci si sente soli: l’io e il tu svaniscono per ritrovarsi specchiati nello sguardo reciproco e allora ci si rende conto che la Vita è partecipare insieme a creare armonia; è sentirsi intimamente uniti ad ogni forma di vita, rispettandola e rispettandoci; è sentirsi tutt’uno con la Natura e ‘semplicemente’ iniziare ad imparare ad amare veramente, senza ‘se’ e senza ‘ma, senza condizioni imparare ad amare il noi cui tutti apparteniamo, poiché è l’unica possibilità che ha l’umanità per evolvere e per continuare a vivere, in pace.

Il calore dell’affettività e della tenerezza è l’unico spazio in cui la ferita d’amore può veramente guarire e può generare altro amore.



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mercoledì 19 ottobre 2016

Chi ha ragione?

Tratto da “Meditazione Pratica” di Pino Ferroni

Se io discuto con te e tu hai la meglio su di me invece che io su di te, hai forse necessariamente ragione e io necessariamente torto?
E se io ho la meglio su di te, ho io necessariamente ragione e tu necessariamente torto? Ha uno ragione e l’altro torto, oppure abbiamo entrambi ragione o entrambi torto? Né io né te possiamo saperlo e un terzo sarebbe nella stessa oscurità.
Chi può decidere senza errore?
Se consultiamo qualcuno che è del tuo parere, come potrà giudicare visto che è del tuo parere? Se è d’accordo con me, come potrà decidere imparzialmente visto che è d’accordo con me? Lo stesso accadrà se si tratta di qualcuno che è insieme d’accordo con me e con te.
Immaginiamo invece che sia di parere differente dai nostri. Allora né io, né tu, né un terzo possiamo decidere.

Cosa facciamo? Chiamiamo un quarto?



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venerdì 23 settembre 2016

La pienezza della felicità

Post di Carla Cicalese
Tratto da Chuang-Tzu

La virtù dell’uomo santo è celata anche se egli non vive in mezzo ai monti e alle selve: egli non ha quindi bisogno di nascondersi. Non è che coloro che in antico erano detti saggi si ritirassero dal mondo, si nascondessero per non farsi vedere, chiudessero la bocca per non parlare e occultassero la sapienza per non pronunciarsi: il fatto è che era stato profondamente falsato il retto ordine naturale. Quando vigeva il retto ordine naturale e nel mondo si facevano progressi, i saggi riportavano tutto all’unità senza lasciare tracce; ma quando non vigeva il retto ordine naturale e nel mondo si facevano grandi regressi, essi aspettavano seduti sulle loro radici profonde e al colmo della tranquillità. Questa era la via per preservare la loro persona.
Gli antichi che preservano la persona non agghindavano la sapienza con i sofismi e non inquinavano il mondo e la virtù con la conoscenza artificiosa. Se ne stavano solinghi al loro posto e ritornavano alle loro qualità naturali. Che cos’altro restava loro da fare?
Nel Tao non si compiono azioni meschine, nella virtù non si possiede una conoscenza ristretta: compiere azioni meschine e possedere una conoscenza ristretta nuoce alla perfezione individuale. Perciò è stato detto: “Correggere se stessi, null’altro”.



La pienezza della felicità sta nel realizzare le proprie aspirazioni. Quello che gli antichi intendevano per realizzare le proprie aspirazioni non si riferiva al possesso di carrozze ufficiali e di berretti da cerimonia: in realtà niente poteva aumentare la loro felicità. Quel che oggi si intende per realizzare le proprie aspirazioni si riferisce invece proprio al possesso di carrozze ufficiali e di berretti da cerimonia – tutte cose che riguardano l’abbellimento della persona, non il decreto naturale. A un certo momento queste cose esteriori possono anche arrivare, ma, essendo transitorie, non si può né impedire la loro venuta né arrestare la loro andata.
Perciò i saggi antichi, quando le cose andavano bene non aspiravano alle carrozze ufficiali e ai berretti da cerimonia, e, quando si trovavano in povertà e nelle ristrettezze, non abbracciavano le convenzioni del volgo. Sia in quella sia in questa situazione, la loro felicità era la stessa, perciò non avevano afflizioni. Oggi, invece, se le cose su cui si fa affidamento vengono a mancare, si diventa infelici.
A giudicare da tutto ciò, oggi, anche se si è felici, non lo si è mai in un modo stabile. Perciò è stato detto: “Coloro che perdono se stessi nelle cose e smarriscono la loro natura nelle futilità sono uomini che capovolgono le posizioni



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venerdì 16 settembre 2016

Nessun uomo è un'isola

Post di Stefania Brighenti

Nessun uomo è un’isola
intero in se stesso.
Ogni uomo è un pezzo del continente,
una parte della terra.
Se una zolla viene portata via
dall’onda del mare,
la terra ne è diminuita,
come se si trattasse di un promontorio
o di una casa amica o della tua stessa casa.
Orni morte d’uomo mi diminuisce,
perché io partecipo dell’umanità.
E così non mandare mai a chiedere
Per chi suona la campana:

essa suona per te.

Autore John Donne



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giovedì 8 settembre 2016

Sprecare la Vita

Post di Rita Caprioglio
Poesia di Charles Bukowski

Lamentele infime e triviali,
costantemente ripetute,
possono far ammattire un santo,
per tacere di un bravo ragazzo
qualunque (me)
e il peggio è che chi
si lamenta
nemmeno si accorge di farlo
a meno che non glielo dici
e perfino se glielo dici
non ci crede
e così non si conclude
niente
ed è solo un altro giorno
sprecato,
preso a calci,
mutilato
mentre il Buddha
siede nell’angolo
e sorride.


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mercoledì 24 agosto 2016

Volerti come sei

Poesia senza titolo attribuita a Jorge Luis Borges


Non posso darti soluzioni
per tutti i problemi della vita
Non ho risposte per i tuoi dubbi o timori,
però posso ascoltarli e dividerli con te
Non posso cambiare né il tuo passato
né il tuo futuro
Però quando serve starò vicino a te
Non posso evitarti di precipitare,
solamente posso offrirti la mia mano
perché ti sostenga e non cadi
La tua allegria, il tuo successo e il tuo trionfo
non sono i miei
Però gioisco sinceramente quando ti vedo felice
Non giudico le decisioni che prendi nella vita
Mi limito ad appoggiarti a stimolarti
e aiutarti se me lo chiedi
Non posso tracciare limiti
dentro i quali devi muoverti,
Però posso offrirti lo spazio
necessario per crescere
Non posso evitare la tua sofferenza,
quando qualche pena ti tocca il cuore
Però posso piangere con te e raccogliere i pezzi per rimetterlo a nuovo.
Non posso dirti né cosa sei né cosa devi essere
Solamente posso volerti come sei
ed essere tua amica.

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