di Mariagrazia Stringhini Ciboldi
La comunicazione tra le persone si è evoluta nei
millenni insieme all’evoluzione dell’umanità, ed è ciò che gli esseri umani
hanno per scambiare tra loro e per mettersi in contatto
gli uni con gli altri. Consiste in qualcosa che va al di là del semplice
dialogo, e risente dell’atteggiamento
interiore di ogni persona impegnata nella comunicazione, sia come
ascoltatore che come parlante.
Pensieri, emozioni, sentimenti e Shen (*), che
fanno parte del sottile della comunicazione, costituiscono, sia che ne
siamo consapevoli oppure no, gran parte della comunicazione stessa e dello scambio. In verità c’è
l’eccezione: trasmettere Shen richiede consapevolezza e apprendimento specifico.
Il sottile (immateriale) si manifesta
attraverso il corpo (materiale) nel modo con cui questo viene ‘usato’,
gestito da ogni persona coinvolta nella comunicazione. Cioè, attraverso la
concretezza corporea e il grado di consapevolezza possiamo esprimere, percepire
e vivere ‘il sottile’.
Attraverso e grazie al corpo, l’essere umano può
agire sia la comunicazione verbale (i contenuti concettuali), sia
la comunicazione non-verbale e
quella para-verbale (para-verbale:
tutto ciò che riguarda la voce ed il suo ascolto, ma non i concetti
verbalizzati). Queste due ultime modalità comunicative, insieme, costituiscono
la comunicazione corporea. E la
comunicazione corporea, cioè la modalità con cui si comunica, il modo con cui
si ‘usa’ il corpo, la voce e l’ascolto, costituisce più del 90% della
comunicazione stessa. Inoltre, come dice un detto taoista: “E’ l’orecchio che
ascolta a fare il discorso”.
Diventa perciò fondamentale per ogni individuo di
qualunque età, compreso il neonato ed il bambino, il radicamento nella
percezione del proprio corpo e nello sviluppo della consapevolezza, poiché
questi due elementi sono alla base dell’apprendimento del senso di realtà e
della capacità di vedere le situazioni da più punti di vista e con un’ampia
prospettiva; sono anche alla base dell’entusiasmo e dell’apprendimento della
motivazione alla vita e alla crescita personale.
Comunicare è un bisogno profondo dell’essere umano,
sin dalla nascita ed ormai molti studi affermano anche prima, durante lo
sviluppo nel grembo materno, ed è mosso da bisogni affettivi (di
relazione, di connessione e perciò di natura immateriale) oppure da bisogni
funzionali/pratici (perciò di natura materiale e organizzativa).
Per soddisfare le due diverse categorie di bisogni
la comunicazione assume aspetti diversi: comunicazione affettiva e comunicazione
funzionale/pratica, ed entrambe possono essere ad alta qualità di contatto
o a bassa qualità di contatto.
Nella vita quotidiana e familiare sono fondamentali
entrambe, così come sono fondamentali sia la comunicazione verbale che quella
corporea, e richiedono tutte grande
attenzione e impegno per favorirne la gestione e l’integrazione reciproca
poiché, molto spesso, si tende a confonderle e ciò che ne subisce le conseguenze
peggiori nella quotidianità è l’aspetto umano-affettivo. Ad esempio, spesso
succede che si tende a realizzare lo scambio affettivo con modalità di comunicazione
funzionale/pratica e viceversa; questo crea molta confusione, stress e
malessere personale e familiare.
La comunicazione
funzionale/pratica ha lo scopo di ottenere qualcosa, e ciò che è importante
è il risultato e l’efficienza. Si riferisce agli aspetti pratici della vita ed
è basata comunque non su delle pretese, ma sulla negoziazione. E’
indispensabile in ambito professionale e in ambito affettivo-relazionale quando
si affrontano questioni pratiche.
Nella comunicazione
affettiva l’attenzione è rivolta all’incontro, ed è fondamentale lo scambio
di sentimenti ed emozioni, è fondamentale l’empatia.
Riguarda l’aspetto relazionale dell’esistenza ed è basata su movimenti (di
corpo, mente e spirito) di avvicinamento e di allontanamento in conseguenza, soprattutto, del carattere delle persone coinvolte.
Il nostro carattere, come ci insegna la
Bioenergetica, pone una barriera (Corazza muscolare-caratteriale) tra noi e gli
altri come atto auto-difensivo. Se non abbiamo la consapevolezza di tale
sistema difensivo, esso inizia ad agire in completo automatismo e si rafforza
nel tempo, impedendoci un contatto profondo con l’altro e con noi stessi;
impedendoci l’integrazione di corpo-mente-spirito,
e costringendoci a vivere in balia della Corazza muscolare-caratteriale,
lontani dalla gioia e dal piacere di
vivere, di amare e di essere amati, nonostante che ciò sia l’anelito,
consapevole o no, a cui ogni essere umano aspira.

La Corazza, infatti, se non la si ammorbidisce
attraverso un mirato Percorso di consapevolezza e di scioglimento delle
tensioni, è responsabile di rigidità articolari-muscolari e caratteriali,
offusca la consapevolezza di sé, riduce la capacità di una chiara visione e di
provare empatia, e dà solamente la possibilità di vivere ‘pseudo-affettività’
(collusioni, giochi sociali, di potere, seduzione…). Così diventa difficile, se
non impossibile, lo scambio affettivo, che, come suggerisce la parola stessa, consente e prevede
una trasformazione, un cambiamento di profondità, di crescita, di
prospettiva, di consapevolezza individuale e della relazione d’amore.
(*) Shen: vedi su Facebook: PinoFerroni, 6 maggio
2016
© tutte le foto di questo sito sono del legittimo
proprietario e sono utilizzate al solo scopo illustrativo