venerdì 17 giugno 2016

Comunicazione affettiva e Corazza muscolare-caratteriale

di Mariagrazia Stringhini Ciboldi

La comunicazione tra le persone si è evoluta nei millenni insieme all’evoluzione dell’umanità, ed è ciò che gli esseri umani hanno per scambiare tra loro e per mettersi in contatto gli uni con gli altri. Consiste in qualcosa che va al di là del semplice dialogo, e risente dell’atteggiamento interiore di ogni persona impegnata nella comunicazione, sia come ascoltatore che come parlante.
Pensieri, emozioni, sentimenti e Shen (*), che fanno parte del sottile della comunicazione, costituiscono, sia che ne siamo consapevoli oppure no, gran parte della comunicazione stessa e dello scambio. In verità c’è l’eccezione: trasmettere Shen richiede consapevolezza e apprendimento specifico.
Il sottile (immateriale) si manifesta attraverso il corpo (materiale) nel modo con cui questo viene ‘usato’, gestito da ogni persona coinvolta nella comunicazione. Cioè, attraverso la concretezza corporea e il grado di consapevolezza possiamo esprimere, percepire e vivere ‘il sottile’.
Attraverso e grazie al corpo, l’essere umano può agire sia la comunicazione verbale (i contenuti concettuali), sia la comunicazione non-verbale e quella para-verbale (para-verbale: tutto ciò che riguarda la voce ed il suo ascolto, ma non i concetti verbalizzati). Queste due ultime modalità comunicative, insieme, costituiscono la comunicazione corporea. E la comunicazione corporea, cioè la modalità con cui si comunica, il modo con cui si ‘usa’ il corpo, la voce e l’ascolto, costituisce più del 90% della comunicazione stessa. Inoltre, come dice un detto taoista: “E’ l’orecchio che ascolta a fare il discorso”.
Diventa perciò fondamentale per ogni individuo di qualunque età, compreso il neonato ed il bambino, il radicamento nella percezione del proprio corpo e nello sviluppo della consapevolezza, poiché questi due elementi sono alla base dell’apprendimento del senso di realtà e della capacità di vedere le situazioni da più punti di vista e con un’ampia prospettiva; sono anche alla base dell’entusiasmo e dell’apprendimento della motivazione alla vita e alla crescita personale.



Comunicare è un bisogno profondo dell’essere umano, sin dalla nascita ed ormai molti studi affermano anche prima, durante lo sviluppo nel grembo materno, ed è mosso da bisogni affettivi (di relazione, di connessione e perciò di natura immateriale) oppure da bisogni funzionali/pratici (perciò di natura materiale e organizzativa).
Per soddisfare le due diverse categorie di bisogni la comunicazione assume aspetti diversi: comunicazione affettiva e comunicazione funzionale/pratica, ed entrambe possono essere ad alta qualità di contatto o a bassa qualità di contatto.
Nella vita quotidiana e familiare sono fondamentali entrambe, così come sono fondamentali sia la comunicazione verbale che quella corporea, e richiedono tutte grande attenzione e impegno per favorirne la gestione e l’integrazione reciproca poiché, molto spesso, si tende a confonderle e ciò che ne subisce le conseguenze peggiori nella quotidianità è l’aspetto umano-affettivo. Ad esempio, spesso succede che si tende a realizzare lo scambio affettivo con modalità di comunicazione funzionale/pratica e viceversa; questo crea molta confusione, stress e malessere personale e familiare.
La comunicazione funzionale/pratica ha lo scopo di ottenere qualcosa, e ciò che è importante è il risultato e l’efficienza. Si riferisce agli aspetti pratici della vita ed è basata comunque non su delle pretese, ma sulla negoziazione. E’ indispensabile in ambito professionale e in ambito affettivo-relazionale quando si affrontano questioni pratiche.
Nella comunicazione affettiva l’attenzione è rivolta all’incontro, ed è fondamentale lo scambio di sentimenti ed emozioni, è fondamentale l’empatia. Riguarda l’aspetto relazionale dell’esistenza ed è basata su movimenti (di corpo, mente e spirito) di avvicinamento e di allontanamento in conseguenza, soprattutto, del carattere delle persone coinvolte.
Il nostro carattere, come ci insegna la Bioenergetica, pone una barriera (Corazza muscolare-caratteriale) tra noi e gli altri come atto auto-difensivo. Se non abbiamo la consapevolezza di tale sistema difensivo, esso inizia ad agire in completo automatismo e si rafforza nel tempo, impedendoci un contatto profondo con l’altro e con noi stessi; impedendoci l’integrazione di  corpo-mente-spirito, e costringendoci a vivere in balia della Corazza muscolare-caratteriale, lontani dalla gioia e dal piacere di vivere, di amare e di essere amati, nonostante che ciò sia l’anelito, consapevole o no, a cui ogni essere umano aspira.

La Corazza, infatti, se non la si ammorbidisce attraverso un mirato Percorso di consapevolezza e di scioglimento delle tensioni, è responsabile di rigidità articolari-muscolari e caratteriali, offusca la consapevolezza di sé, riduce la capacità di una chiara visione e di provare empatia, e dà solamente la possibilità di vivere ‘pseudo-affettività’ (collusioni, giochi sociali, di potere, seduzione…). Così diventa difficile, se non impossibile, lo scambio affettivo, che, come suggerisce la parola stessa, consente e prevede una trasformazione, un cambiamento di profondità, di crescita, di prospettiva, di consapevolezza individuale e della relazione d’amore. 


(*) Shen: vedi su Facebook: PinoFerroni, 6 maggio 2016 



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