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“Meditazione Pratica” di Pino Perroni
Il
Maestro è come l’anfitrione nella sua casa: i suoi ospiti sono coloro che
cercano di studiare la Via e che non sono mai stati in una casa.
Essi
hanno solo una vaga idea di ciò che può essere una casa, eppure la casa esiste.
Quando
gli ospiti entrano in casa e scoprono il salotto e chiedono:
“Che
cos’è?”,
viene
loro risposto: “E’ il luogo dove ci si siede”.
Allora
si siedono sulle sedie, ma sono solo vagamente coscienti della funzione della
sedia.
L’anfitrione
li intrattiene, ma essi continuano a porre domande, talvolta irrilevanti.
Da
buon anfitrione non li biasima per questo; per esempio, quando vogliono sapere
dove e quando mangeranno.
Non
sanno che nessuno è solo e che in quel preciso momento altri sono impegnati a
cucinare, e che esiste un’altra stanza dove si siederanno per mangiare.
Sono
perplessi perché non possono vedere né il pasto né i preparativi del pasto, e
forse sono anche dubbiosi e talvolta a disagio.
Il
buon anfitrione, che conosce i problemi degli ospiti, fa del suo meglio per
metterli a loro agio affinché siano in grado di gustare il cibo quando
arriverà.
All’inizio
gli ospiti non sono in condizione di avvicinarsi al cibo.
Alcuni
ospiti sono più svelti degli altri a capire e ad afferrare i rapporti tra i
vari elementi della casa.
Sono
loro che possono comunicare ciò che sanno agli amici più lenti.
In
quel frangente, l’anfitrione dà ad ogni ospite la risposta che corrisponde alla
sua capacità di percepire l’unità e la funzione della casa.
Non
è sufficiente che una casa esista, che sia pronta per ricevere ospiti e che l’anfitrione
sia presente.
Qualcuno
deve esercitare attivamente la funzione di anfitrione, affinché gli estranei,
che sono gli ospiti e di cui l’anfitrione si assume la responsabilità, possano
abituarsi alla casa.
All’inizio,
molti di loro non sono coscienti di essere ospiti o, più precisamente, di ciò
che significhi la situazione di ospite: ciò che possono dare e ciò che possono
ricevere da questa situazione.
L’ospite
di esperienza, che ha studiato le case e l’ospitalità, a lungo andare si trova
a suo agio nella condizione di ospite e, inoltre, è in grado di capire meglio
tutto ciò che si riferisce alle case e ai vari aspetti della vita nelle case.
Finché
è impegnato a capire che cos’è una casa o a cercare di ricordarsi le regole
dell’etichetta, la sua attenzione è troppo presa da questi fattori per essere
in grado di osservare, per esempio, la bellezza, il valore o la funzione dell’arredamento.
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