giovedì 5 maggio 2016

Maschile e Femminile nel Dao

Traduzione a cura di Rita Caprioglio dell'articolo di Jean-Michel Chomet "Masculin et feminin dans le Dao" 

Gli insegnamenti del Dao ci permettono di ritrovare lo spazio del vuoto interiore e di armonizzare il femminile e il maschile in noi”.

Dal Dao De Jing di Laozi:
Conoscere il maschile , aderire al femminile, Essere il Fossato, la Valle del mondo.
Chiunque diventa il Burrone del Mondo, la Virtù costante non lo abbandona.
Egli ritorna allo stato dell’infanzia…
Consapevolezza del gallo, contegno di gallina. Essi erano come il fossato del mondo.
Come fossato del mondo mantenevano l’unità della Virtù costante. Avevano realizzato il ritorno all’infanzia”.
Nel taoismo della Scuola della Realtà Completa, il maschile è associato, come il colore bianco, alla consapevolezza, allo spirito cosciente (mente quotidiana) che è questo spirito del mondo; colui grazie al quale noi possiamo agire, operare qui sulla terra, coordinando, pianificando, concettualizzando le nostre azioni per realizzare ogni sorta di impresa nella nostra vita quotidiana.
Come il sole a mezzogiorno, al solstizio d’estate, esso brilla così forte che maschera, nasconde la bellezza celeste. Questa sorta di prigione luminosa ci impedisce di distinguere le stelle, la Via Lattea, lo splendore della sfera celeste.
Nello stesso modo, quando questa consapevolezza si svolge attraverso la sua attività, affinché noi possiamo operare nel mondo, lo spirito del Dao non può essere visto; esso resta velato, nascosto dietro i movimenti dello spirito cosciente.

Il femminile, così come il colore nero, è associato alla notte, vale a dire a questa assenza di manifestazione ostentata della luce.
Eppure, grazie a questa oscurità, a mezzanotte, al solstizio d’inverno, noi possiamo contemplare tutte le meraviglie del cielo che, a questo punto, non sono più nascoste in virtù di questa dissoluzione della luce: Via Lattea, stelle e astri appaiono. Allo stesso modo, quando il nostro spirito cosciente (ordinario) si fa da parte, allora la luce dello spirito del Dao può irraggiarsi liberamente, imbibendo il nostro essere nella sua FonteOriginale.
Ecco forse ciò che intende il primo capitolo del DaoDe Jing:
Nell’oscuro (o mistero) fare più buio ancora…là si trova la porta di tutte le meraviglie”.
Ecco senza dubbio perché Laozi consiglia di conoscere il maschile perché noi non ci possiamo sottrarre ai nostri obblighi terrestri, che necessitano di utilizzare questo spirito cosciente.
Ma egli ci invita ad aderire, vale a dire a sigillare un’alleanza (un patto) con quello femminile dove risiede lo spirito del Dao; è la che si trova l’essenza della Via.


La Valle del Mondo
La Valle, di essenza femminile, è quindi il luogo dove si manifesta lo spirito del Dao.
Ascoltiamo ancora Laozi: “Lo Spirito della Valle non muore. Là, risiede la femmina misteriosa…”. Cap. 6 Daodejing.
E chi è questa Femmina Misteriosa?.
“…Nell’apertura della femmina oscura risiede la radice del Cielo e della Terra”.
Se noi rapportiamo questo Cielo, lo spirito, e questa terra, il corpo, alla nostra propria costituzione, vediamo che attenerci a questa fonte femminile è la porta verso la partecipazione al Dao, la sorgente della nostra messe di vitalità e di maturità dello spirito affinchè tra cielo e terra, questo soffio impalpabile circoli senza esaurirsi.
“…Sottile e ininterrotto, esso pare perdurare. La sua funzione non si esaurisce mai.”
Vitalità, soffio e spirito sono i nostri tre tesori, manifestazione tripla dell’unità originaria.
La Vallata del mondo è una valle profonda aperta verso il cielo e la sua forma le è data dal vuoto tra due rilievi terrestri (montagne).
Assomiglia ad una coppa, ad un calice pronto a ricevere la luce del Dao.
Il nostro spirito deve essere come questa valle, aperto, ricettivo, disponibile attraverso la sua vacuità allo spirito celeste, lo spirito del Dao; non si dice che la pratica del Dao è l’arte di vuotare il cuore?
 “ Manipolando l’argilla si possono fare dei vasi, ma è dal vuoto interno che dipende il suo uso…” Cap.11 DDJ.
Pertanto, occorrerà mettere a riposo il nostro corpo, il nostro cuore e il nostro mentale affinché lo spirito cosciente si smorzi a vantaggio dello spirito del Dao.
Vediamo dunque come questa ricettività tutta femminile si può manifestare nelle triplice Unità dei nostri tre Tesori.

 Dal testo “Yin Fujing”:
Quando il corpo è immobile, la vitalità, Jing, è abbondante. Quando il mentale è immobile, lo Sprito Shen è luminoso. Quando il cuore è immobile, il soffio Qi è in abbondanza (opulento).”
La pratica contemplativa descritta a immagine della valle da Laozi nel DDJ ci dà numerosi indizi, come per esempio in questo estratto del capitolo 56: “Colui che sa non parla, colui che parla non sa…”
Come possiamo rapportare queste parole alla dimensione femminile della Via?
Colui che parla, in noi, è lo spirito cosciente, vale a dire quello che utilizza delle parole, dei concetti…Eppure non ha direttamente accesso alla realtà; la parola tigre non ruggisce e non mette le persone in pericolo.
“Colui che parla” non necessariamente conosce, come dice Laozi; si accontenta di nominare, di organizzare.
Così, noi dobbiamo passare su un’altra modalità (altro piano) affinché questo sole tutto maschile dello spirito cosciente non nasconda più la luce tutta stellare dello spirito del Dao.
Colui che non parla in noi passa attraverso una modalità di percezione che ha un accesso diretto alla Realtà.
La percezione è Recettività, a modello della valle, essa riceve e fornisce una materia all’intuizione, allo spirito.
La conoscenza è diretta, senza parole, per imbibizione, si potrà dire nell’acqua celeste del Dao.
Non è necessario fare alcunché per questo poiché non si può percepire e pensare nello stesso tempo. Noi facciamo o l’uno o l’altro.

Femminile, maschile e Dao
Per riassumere, possiamo dire che noi facciamo l’esperienza del Dao attraverso il femminile e che lo testimoniamo per trasmetterlo con il maschile.
Il maschile riprende così il suo ruolo di servitore e non di maestro. Esperienza e testimonianza.

Non si può parlare del Dao; ma se non se ne parla non lo si può raggiungere”.


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