giovedì 28 aprile 2016

Nulla avviene per caso

di Annalisa Ferretti

Era la sera di giovedì 25 febbraio e stavo assemblando il materiale che avrei utilizzato 2 giorni dopo per la prima parte del primo incontro che avrei tenuto sul tema  “AUTOSTIMA”. Tutto era pronto.
Ogni volta che penso a questa tematica non riesco a non volgere lo sguardo al mio passato e rivedere quanta strada ho percorso in questa direzione, seppur ne abbia ancora da compiere. Sono stata una bambina molto timida, che arrossiva facilmente, che incespicava nel parlare: le tremava la voce ogni volta che doveva affrontare un’interrogazione o confrontarsi con un adulto. Quanto timore verso questo mondo adulto che dall’età dell’adolescenza ha rappresentato per me un obiettivo attraente da raggiungere per sentirmene parte. Pensavo che da una certa età in poi (età tuttavia non ben definita) sarebbe scattato autonomamente qualcosa che avrebbe delimitato e lasciato alle spalle il mondo bambino da quello adulto. Nulla però avvenne in tal senso facendomi così comprendere che diventare adulti avrebbe coinciso con un percorso che probabilmente sarebbe durato tutta una vita. In effetti è così. Se non affrontiamo i nostri timori, le nostre autoconnotazioni (che ho scoperto essere giudizi dati dalle figure di riferimento per noi importanti e poi fatti nostri), le nostre ombre, quelli che riteniamo essere i nostri limiti, NULLA PUO’ AVVENIRE PER CASO. Ecco che riconoscere il nostro valore è una CONQUISTA FATICOSA ma, in quanto tale, immensamente gratificante quando la si raggiunge. Attraverso il mio percorso personale di bio-massaggio, le lezioni frequentate (in particolare Tao) e l’esperienza di cui mi sono assunta la responsabilità, la consapevolezza del mio valore ha incominciato ad accrescersi. Il mio valore invece è nato con me e tale è rimasto: immutato nel tempo, anche perché non è un premio che si ottiene grazie al fare. E’ tuttavia il FARE che diventa strumento per GIUNGERE ed ATTINGERE al nostro valore intrinseco...e così, proprio perché NULLA AVVIENE PER CASO, quella sera del 25 febbraio ricevetti una telefonata di una cara amica che non sentivo da mesi, che commossa mi lesse una poesia scritta quel tardo pomeriggio dalla figlia Federica di 10 anni e dedicata ai genitori.
Ho scoperto così che la realtà aveva dato CONCRETEZZA E VITA al concetto di autostima che avrei affrontato 2 giorni dopo, mostrandomi il luogo cui riferirsi e ritornare per riprendere possesso di noi stessi. Federica, in maniera naturale, aveva indicato attraverso la sua poesia dove ritornare per essere meravigliosamente e spontaneamente noi stessi: alla bambina ed al bambino che è stato ognuno di noi e che essa rappresentava.


Grazie Federica per aver acconsentito, insieme a mamma e papà, a condividere le tue sensazioni, emozioni e pensieri con chi leggerà questo scritto:

IO AMO
Io amo la mia famiglia, amo la gente: il suo ridere, scherzare, parlottare.
Io amo me stessa, amo la musica e il suo silenzio. Amo tutto ciò che è vita, la natura, il mare. 
Io amo il mondo, amo il suo girare,
amo la risata di un bambino, amo..... il perchè delle cose,
amo il rumore ma anche il silenzio, amo una bambina che suona o che guarda la pioggia su di sè cadere.
Amo le cose nuove, che poi sono vecchie,
io amo tutto l'infinito, l'universo, amo l'uomo che sembra stupido ma può stupire anche se stesso.
Amo.....scrivere, disegnare, parlare, colorare,
amo l'urlo di qualcuno, amo il cambiamento delle stagioni, amo tutto quello che si potrebbe immaginare e anche oltre.
Ma c'è una domanda che mi faccio da sola, il perché scrivere quello che amo.
Beh, lo scrivo perchè adoro scrivere e scrivere quello che odio ci avrei messo poco.


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