di Alice Baratta
Preghiera di Don
Tonino Bello: “La vita non spenga mai dentro di voi la poesia della tenerezza,
lo stupore delle cose piccole e grandi…
Possiate essere capaci di stupirvi di tutto: di una tempesta, del cielo, della
natura. Che la vostra vita sia un rendimento di grazie continuo. Possiate
essere capaci di dire grazie sempre, grazie della vita, grazie di tutto,
nonostante tutto.”
Alcuni credono che la magia dell’infanzia risieda
semplicemente nel ricordo dell’adulto, il quale, colorandola con le tinte della
nostalgia, la abbellisce fino a trasformarla in un idilliaco quadretto,
eliminando tutti gli elementi negativi che, pure, ne facevano
parte.
Il mistero dell’infanzia è tale solo per la riflessione dell’adulto; per
il bambino, non si tratta affatto di un mistero, nel senso che la vita, per
lui, è tutta incredibilmente affascinante e misteriosa. Certo il materialismo,
lo scientismo e il nichilismo della società odierna hanno strappato via dall’anima
dei bambini molte di queste cose, costringendoli a un distacco violento e
precoce dal mondo incantato dell’infanzia. Invece di vedere nella capacità immaginativa
dei bambini una immensa ricchezza per il loro mondo interiore, gli adulti hanno
decretato che si tratta di inutili fantasticherie, e si sono messi d’impegno a
trasformare il bambino in ciò che non è assolutamente: un adulto in formato
ridotto.
Un bambino che
sia stato privato della capacità di sognare è destinato a diventare un adulto
spiritualmente ed affettivamente povero, tutta testa e niente fantasia e
sentimento; una persona incapace di stupirsi, di gioire e di entusiasmarsi per
le piccole, grandi cose della propria vita di ogni giorno.
Poeti e
scrittori hanno saputo, talvolta, entrare nel mondo misterioso dell’infanzia
con una capacità di penetrazione straordinaria, e con un senso di realtà molto
superiore a quello di qualsiasi scienziato o psicologo.
Quell’incanto,
quel rapimento, quel sentirsi proiettati fuori dal tempo davanti ad un negozio
di giocattoli, sono una delle esperienze più intense e affascinanti
dell’infanzia. Un bambino che non abbia provato simili emozioni, magari perché
troppo accontentato da adulti che non gli abbiano mai lasciato il tempo di
desiderare le cose, ha perduto una delle esperienze più significative della
propria infanzia.
Sarebbe
auspicabile che gli adulti non perdessero interamente quello stupore incantato
davanti al mondo che possedevano negli anni della fanciullezza; che sapessero
conservare nello sguardo un po’ di quella meraviglia, un po’ di quell’incanto.
Perché il mondo
in cui viviamo è veramente un luogo magico, ove i confini del possibile non
sono mai tracciati in modo irrevocabile, una volta per tutte; e perché dentro di noi c’è un mistero ancora
più grande, facendogli il silenzio tutto intorno.
L’unica
vera sicurezza che possiamo esperire è proprio lo stupore
davanti alla infinita meraviglia di tutto ciò che è.
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