di Rita Caproglio
Per fare a tutti gli Auguri di un Sereno Anno
Nuovo, ho deciso di trascrivere, estrapolandone un pezzo, un discorso
introduttivo alla Meditazione di Consapevolezza datata 2006 di Pino Ferroni.
“Per le discipline meditative il rapporto
amoroso, non solamente tra uomo e donna, ma a qualsiasi livello, è uno scambio
tra essere ed essere, tra anima e anima.
Il vero incontro è quello annidato nel concetto
buddhista di compassione e nel concetto taoista di soffio, stato d’animo che ci
porta al di là di noi stessi, nel luogo dove ci possiamo raggiungere con
l’ascolto, l’attesa, la condivisione e finalmente riconoscerci e incontrarci.
L’essere qui, questa sera, voi ed io è, sotto
molteplici punti di vista, un incontro amoroso teso ad acquisire reciproca conoscenza
dall’incontro verbale, visivo, energetico ed emotivo che continuamente
intercorre tra di noi e ci lega pur mantenendo inalterate le nostre reciproche
individualità.
L’incontro amoroso non deve essere
vissuto come un perenne corpo a corpo, come inteso dalla maggior parte delle
persone, ma un continuo andare e venire dalla parte migliore di noi alla parte
migliore dell’altro. Ed,
insieme, elevarlo ad una percezione che contenga dentro di sé la solidità della
terra e l’apertura celeste ed infinita del cielo, istanti vissuti in un
continuum relazionale anche in assenza di reale presenza visiva dell’altro.
Lo Zen ci insegna che nessuno può possedere
realmente il tempo e questa frustrazione ci porta a considerarlo a volte un
nemico, a volte uno schiavo, altre volte è nostro arbitro o maestro, spesso è
per noi, e sotto un certo punto di vista lo è davvero, un grande, infinito
mistero che si colloca al di là dello spazio e di Dio.
Ma se è assolutamente vero che non possiamo possedere il tempo, noi possiamo possedere l’istante e in amore questa è la cosa più importante da imparare.
Ma se è assolutamente vero che non possiamo possedere il tempo, noi possiamo possedere l’istante e in amore questa è la cosa più importante da imparare.
Le tecniche di crescita personale incitano a
rimanere nel presente, nell’hic et nunc della situazione per poter godere dei
piaceri che questo istante di tempo, che questo continuum di istanti ci offre,
ma questo è consumismo.
Invece, se
l’istante raccoglie tutto quello che abbiamo vissuto e sognato, se raccoglie
tutto il passato e tutto il futuro verso cui tendiamo ed il desiderio che ci
portiamo dentro, allora l’istante diviene il vero momento meditativo, la
trascendenza del divenire.
Dobbiamo comprendere che la parola “presente”
rimane vuota di significati se non contiene la sequenza di istanti che è
l’unica realtà che possiamo realmente possedere e imparare a percepirla, ad accoglierla
e a viverla ci permette di permanere nell’incontro amoroso all’infinito.
E questa è l’unica eternità a cui
abbiamo accesso!"
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