sabato 23 gennaio 2016

IL LADRO d’ASCIA

Post di Rita Caprioglio

Tratto da: “Racconti dei saggi taoisti” di Pascal Fauliot

Un contadino, che aveva della legna da spaccare, non riusciva più a trovare la sua scure. Perlustrò in lungo e in largo il cortile, lanciò occhiate furibonde in direzione del ceppo, della rimessa, del granaio. Niente da fare: sparita, probabilmente rubata!
Un’ascia nuova di zecca, acquistata con i suoi ultimi risparmi! La collera, quel breve raptus di follia, gli traboccava dal cuore e gli tingeva lo spirito di un inchiostro più nero della pece. A un certo punto, vedendo passare per strada il proprio vicino, gli parve che il suo passo fosse quello di chi non ha la coscienza tranquilla, che il suo volto lasciasse trasparire l’espressione imbarazzata del colpevole difronte alla propria vittima e che il suo modo di salutarlo tradisse la tipica astuzia del ladro d’ascia.
E quando l’altro aprì bocca per snocciolargli le solite banalità meteorologiche in uso tra vicini, la sua era senza dubbio la voce di chi ha rubato un’ascia nuova fiammante.

Non riuscendo a resistere, il nostro contadino attraversò il portico a grandi falcate per andare a dire il fatto suo a quel ladruncolo, che oltretutto aveva la faccia tosta di prenderlo in giro! Durante il percorso inciampò in una bracciata di rami secchi abbandonati sul ciglio della strada. Vacillò, strangolandosi con la sfilza di insulti destinati la proprio vicino e andò a sbattere il naso contro il manico della scure, sicuramente caduta poco prima dalla carriola!







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